sabato 23 gennaio 2010


L'Italia Unita di Turdò è favorevole al ripascimento delle spiagge: un'operazione indispensabile per fare turismo.
riceviamo e pubblichiamo
E adesso….. distruggiamo anche il turismo
In relazione alle polemiche che sono state fatte in questi giorni , il nostro movimento vuole gridare il dolore di allarme che gli operatori turistici e tutto il mondo delle imprese rivolge alla politica che non sa decidere o peggio ancora segue delle ventate populiste irrazionali e fuori luogo.
Ci riferiamo chiaramente all’ipotesi di “ripascimento delle nostre coste”, operazione indispensabile al fine di garantire l’economia turistica su alcuni comuni. Come specificato anche dall’assessore Mauro Febbo , dopo le varie autorizzazioni che sono coerenti e indispensabili , bisogna dare le risposte chiare e nette , poiché coloro che hanno investito milioni di euro in strutture alberghiere come gli hotel, gli stabilimenti balneari ed i residence marini non possono ripresentarsi alla stagione senza spiaggia. Queste imprese turistiche sono quelle che fanno economia di scala, occupano personale e movimentano la stagnate economia locale. Con i no non si va da nessuna parte ed abbiamo subito proprio negli ultimi anni , l’esperienza del settore industriale la dove la mancanza di una politica energetica che fa costare la corrente per le industrie fino a 10 volte di più delle altre nazioni coniugata ad una mancanza di infrastrutture logistiche( porti, aeroporti, ferrovie), insieme ad una tassazione assurda e folle (nella nostra regione Abruzzo le imprese pagano l’IRAP più alta d’Italia) a causa del debito della sanità. Perché lo hanno provocato le imprese il debito sanitario? Tutte queste azioni hanno portato ad un processo di delocalizzazione, di chiusura degli impianti produttivi ed una cessazione degli investimenti industriali che sta portando alla crisi più nera molte famiglie di operai.
Quindi i disfattisti di turno , gli arruffapopolo senza patria e senza vergogna( perché in politica nessuno paga le emerite fesserie fatte negli anni scorsi) sono pregati di stare calmi poiché il popolo vuole lavoro e salario , non le chiacchiere.

Il PresidenteAntonio Turdò

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