martedì 9 marzo 2010


GF: Epifania dell'Effimero.

di Roberto Emiliano Piserse

Alberto non ce l'ha fatta, è uscito per primo nella finalissima del GF 10. Nonostante tutto ci dispiace. No, non è ipocrisia la nostra. Sul piano umano e individuale assistere alla "sconfitta" di un giovane rattrista, anche se i ragazzi intelligenti sanno imparare più da una sconfitta che da una vittoria. Certo in questi mesi Alberto, come tutti quelli della Casa, avrà coltivato sogni, progetti, provini e fiction nella propria testa, con la propria fantasia e immaginazione, ecco perchè ora la delusione è più cocente. Ma se sul piano umano Alberto merita la nostra "pietas", sul piano culturale e sociale la sua sconfitta deve far riflettere soprattutto i giovani vastesi. Da parte nostra auguriamo a Baiocco di non cadere nell'oblìo e che arrivi a "salvarlo" dalla melanconia almeno qualche contratto pubblicitario, le statistiche, però, lasciano poco spazio alle speranze. Dei circa 300 giovani che si sono succeduti nella Casa in questi dieci anni, quelli che poi hanno davvero "sfondato" si contano sulle dita delle mani o, forse, della mano. Un esempio? Chi di voi ricorda Cristina Plevani? Forse i quindicenni di oggi, e non solo loro, manco sanno chi sia. Ebbene, Cristina fu la vincitrice del GF1, oggi ha 38 anni e, dopo qualche parte di terzo/quarto piano nel mondo dello spettacolo, si è ritirata ed ora lavora come istruttrice di nuoto in una piscina. Questo è' solo un esempio che però ci porta a dire che il GF è la "Epifania dell'Effimero", cioè la "manifestazione di ciò che dura un giorno", di ciò che è inconsistente, caduco e "cagionevole". Su questo i giovani sono chiamati a riflettere. Le ubriacature passano e con esse anche l'euforia del momento, al mattino poi ci si sveglia rincoglioniti, col mal di testa e, soprattutto, nel proprio mondo quotidiano, immersi nei propri problemi. Attenzione: non vogliamo dire che i giovani non debbano rincorrere un sogno, l'Utopia; anzi, non solo è giusto che lo facciano, ma è anche e soprattutto doveroso. Chi scrive è infatti convinto che i giovani sono stati, nel corso degli ultimi due secoli, il vero motore del cambiamento e dello svecchiamento del mondo, gli attori di una trasformazione radicale della società, un'azione che è stata da loro compiuta portando avanti idee innovative, rompendo col vecchiume della tradizione, preparando un mondo nuovo o, quanto meno, diverso, più a misura d'uomo. I giovani infatti hanno sempre aspirato all'Essere e quasi mai all'Avere o, peggio, all'Apparire. Ecco perchè l'altro giorno, su queste pagine, non abbiamo condiviso la scelta dell'Amministrazione comunale di assecondare l'Effimero dietro la spinta di una ubriacatura, se non esaltazione, collettiva. A nostro avviso, invece, occorre "concretezza utopica", sembra un ossimoro e, forse, sul piano linguistico lo è, ma certamente non lo è sul piano storico-filosofico. l'Utopia infatti trae forza e nutrimento da un'idea che, piano piano, si fa strada e, il più delle volte, si concretizza dando luogo, appunto, a ciò che poco prima sembrava un semplice ossimoro linguistico: concretezza utopica. Ci piacerebbe quindi che l'Amministrazione comunale istituisse la "Giornata del giovane emigrante" per ricordare, almeno una volta l'anno, le centinaia di giovani vastesi che, pur avendo costruito giorno per giorno con dedizione e sacrificio il proprio futuro professionale, sono stati e sono costretti a lasciare la nostra città per trovare lavoro altrove, anche fuori dall'Italia e dall'Europa, facendo onore, quello vero, alla propria terra natìa; e poi la "Giornata del giovane precario" per evidenziare come certi "mammocci" lo sono per necessità e non per volontà; ed ancora la "Giornata del giovane volontario" per rimarcare come molti giovani abbiano trovato nel Volontariato, civico o sociale che sia, una ragione ed uno scopo di vita autentici, al di là di ogni egocentrismo ed egoismo, imparando finalmente a vivere e non più a lasciarsi vivere rincorrendo effimeri ed efferati fantasmi. Infine ci piacerebbe che l'Amministrazione comunale istituisse la "Giornata dell'Utopia", dedicata ad incontrare quei giovani "folli", lo diciamo in senso erasmiano, che hanno fatto dell'utopia una realtà.

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