sabato 6 marzo 2010



Firmato il decreto salva-lista, siamo alla Repubblica di Weimar.

di Roberto Emiliano Piserse

Questo è un altro giorno triste per l'Italia, sarebbe forse opportuno che un editorialista di un blog commentasse e argomentasse con fiumi di parole ciò che è accaduto. I lettori mi perdoneranno ma l'avvilimento che ho non me lo permette. Vorrei solo fare una domanda a cui dare una risposta ed una contro-risposta:

Se la lista esclusa fosse stata quella dei Pensionati o del Partito Comunista dei Lavoratori (come tra l'altro è già accaduto), ci sarebbe stato un Decreto del Governo?

Risposta (di parte): Non è la stessa cosa, il PDL è il primo partito d'Italia e non si può fare una competizione elettorale senza che sia rappresentato oltre 1/3 dell'elettorato italiano, sarebbe falsata.

Controrisposta: Innanzitutto non si è il primo partito d'Italia sempre e comunque, voglio semplicemente dire che ad ogni competizione elettorale tutti i partiti ripartono da zero, infatti più volte sono capitati rovesciamenti di posizioni. Ma ammettiamo comunque che il PDL si confermi o sia oggettivamente il primo partito, ma forse la legge non è uguale per tutti? Oppure dobbiamo credere che i più forti siano "sciolti" (ab-soluti) cioè sottratti al rispetto della legge? Se così fosse ci troveremmo di fronte alla "Legge del più forte" che è espressione della legge di natura contro cui gli uomini hanno però voluto opporre il Diritto proprio per difendere il più debole. Infatti "il più forte" non ha bisogno di leggi perchè è capace da solo di prendersi ciò che gli spetta e ciò che pretende. Allora vuol dire che ci troviamo di fronte a leggi-ragnatela di cui ho già parlato nei giorni scorsi. Ecco perchè con avvilimento dico che siamo ormai alla Repubblica di Weimar.

Dulcis in fundo riportiamo una dichiarazione, ripresa dal "Corriere.it", di Silvio Berlusconi relativamente al Decreto varato, una dichiarzione che si commenta da sola:

«Sono uscito dal Consiglio dei Ministri dove stiamo facendo un decreto legge interpretativo delle norme che attengono alle elezioni - ha spiegato lo stesso Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con un evento elettorale del suo partito in Puglia - in modo che, speriamo, si possa ritornare a dare il diritto di voto anche ai nostri elettori del Lazio e della Lombardia».

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