
Sabato gli "Stadio" a Vasto contro l'Hpv.
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Il Sindaco darà la delega al Turismo ad Alberto Baiocco?
Mala tempora currunt!
di Roberto Emiliano Piserse
Leggiamo insieme il comunicato stampa diramato dal Comune di Vasto:
"Era tornato a Vasto senza fare grandi clamori. Stamane, però, a Palazzo di Città, in occasione di un incontro informale con il Sindaco Luciano Lapenna, Alberto Baiocco ha catalizzato l’attenzione di tutti. 26 anni, il giovane albergatore vastese, grande protagonista dell’ultima edizione del Grande Fratello, si è fatto accompagnare da Mara Adriani, altra protagonista del trasmissione di Canale 5 con la quale ha condiviso quasi venti settimane di diretta no stop 24 ore su 24 e con la quale si è legato sentimentalmente. Prima di concedersi ai numerosi mezzi di informazione Baiocco ha raccontato al primo cittadino di Vasto come la sua partecipazione al Grande Fratello gli ha cambiato la vita.“Se mi piace impegnarmi per il Turismo? Certo – ha risposto ad un cronista che gli faceva notare che il Sindaco ha la delega dell’importante settore – ma prima devo studiare. Sto proprio frequentando un corso di Laurea in scienze turistiche”. Da qui in avanti, tra Roma e Milano, sono molti gli impegni che attendono il giovane vastese: partecipazioni televisive, serate in discoteca e primi contratti di una certa importanza. Prima di lasciare il Palazzo di Città, il Sindaco Lapenna ha fatto gli auguri a Baiocco, regalando a Mara Adriani una recente pubblicazione fotografica sulla città di Vasto."
A questo punto ci chiediamo: dopo Nicola Del Prete, al Turismo avremo Alberto Baiocco?
Altra opera pubblica messa in porto dall'Amministrazione Lapenna. Si tratta dell'ultimo tratto del Lungomare Cordella nord che arriva fino al monumento alla Bagnante. A darne notizia è il Sindaco Luciano Lapenna e l'Assessore ai LL.PP. Corrado Sabatini che informano che nella mattinata odierna è stato aperto al pubblico il lungomare in oggetto. I lavori realizzati dall'Impresa Asfalti Trigno e progettati e diretti dall'Ufficio Tecnico del Settore LL.PP., sono consistiti nella realizzazione di un marciapiede della lunghezza di mt.120 e della larghezza di mt.2,40, pavimentato con pietra arenaria, nella demolizione dei muretti vetusti e pericolosi e nella realizzazione di una nuova balconata con tratti in blocchi splittati a faccia vista e tratti con ringhiere e vetro.
di Roberto Emiliano Piserse
Alberto non ce l'ha fatta, è uscito per primo nella finalissima del GF 10. Nonostante tutto ci dispiace. No, non è ipocrisia la nostra. Sul piano umano e individuale assistere alla "sconfitta" di un giovane rattrista, anche se i ragazzi intelligenti sanno imparare più da una sconfitta che da una vittoria. Certo in questi mesi Alberto, come tutti quelli della Casa, avrà coltivato sogni, progetti, provini e fiction nella propria testa, con la propria fantasia e immaginazione, ecco perchè ora la delusione è più cocente. Ma se sul piano umano Alberto merita la nostra "pietas", sul piano culturale e sociale la sua sconfitta deve far riflettere soprattutto i giovani vastesi. Da parte nostra auguriamo a Baiocco di non cadere nell'oblìo e che arrivi a "salvarlo" dalla melanconia almeno qualche contratto pubblicitario, le statistiche, però, lasciano poco spazio alle speranze. Dei circa 300 giovani che si sono succeduti nella Casa in questi dieci anni, quelli che poi hanno davvero "sfondato" si contano sulle dita delle mani o, forse, della mano. Un esempio? Chi di voi ricorda Cristina Plevani? Forse i quindicenni di oggi, e non solo loro, manco sanno chi sia. Ebbene, Cristina fu la vincitrice del GF1, oggi ha 38 anni e, dopo qualche parte di terzo/quarto piano nel mondo dello spettacolo, si è ritirata ed ora lavora come istruttrice di nuoto in una piscina. Questo è' solo un esempio che però ci porta a dire che il GF è la "Epifania dell'Effimero", cioè la "manifestazione di ciò che dura un giorno", di ciò che è inconsistente, caduco e "cagionevole". Su questo i giovani sono chiamati a riflettere. Le ubriacature passano e con esse anche l'euforia del momento, al mattino poi ci si sveglia rincoglioniti, col mal di testa e, soprattutto, nel proprio mondo quotidiano, immersi nei propri problemi. Attenzione: non vogliamo dire che i giovani non debbano rincorrere un sogno, l'Utopia; anzi, non solo è giusto che lo facciano, ma è anche e soprattutto doveroso. Chi scrive è infatti convinto che i giovani sono stati, nel corso degli ultimi due secoli, il vero motore del cambiamento e dello svecchiamento del mondo, gli attori di una trasformazione radicale della società, un'azione che è stata da loro compiuta portando avanti idee innovative, rompendo col vecchiume della tradizione, preparando un mondo nuovo o, quanto meno, diverso, più a misura d'uomo. I giovani infatti hanno sempre aspirato all'Essere e quasi mai all'Avere o, peggio, all'Apparire. Ecco perchè l'altro giorno, su queste pagine, non abbiamo condiviso la scelta dell'Amministrazione comunale di assecondare l'Effimero dietro la spinta di una ubriacatura, se non esaltazione, collettiva. A nostro avviso, invece, occorre "concretezza utopica", sembra un ossimoro e, forse, sul piano linguistico lo è, ma certamente non lo è sul piano storico-filosofico. l'Utopia infatti trae forza e nutrimento da un'idea che, piano piano, si fa strada e, il più delle volte, si concretizza dando luogo, appunto, a ciò che poco prima sembrava un semplice ossimoro linguistico: concretezza utopica. Ci piacerebbe quindi che l'Amministrazione comunale istituisse la "Giornata del giovane emigrante" per ricordare, almeno una volta l'anno, le centinaia di giovani vastesi che, pur avendo costruito giorno per giorno con dedizione e sacrificio il proprio futuro professionale, sono stati e sono costretti a lasciare la nostra città per trovare lavoro altrove, anche fuori dall'Italia e dall'Europa, facendo onore, quello vero, alla propria terra natìa; e poi la "Giornata del giovane precario" per evidenziare come certi "mammocci" lo sono per necessità e non per volontà; ed ancora la "Giornata del giovane volontario" per rimarcare come molti giovani abbiano trovato nel Volontariato, civico o sociale che sia, una ragione ed uno scopo di vita autentici, al di là di ogni egocentrismo ed egoismo, imparando finalmente a vivere e non più a lasciarsi vivere rincorrendo effimeri ed efferati fantasmi. Infine ci piacerebbe che l'Amministrazione comunale istituisse la "Giornata dell'Utopia", dedicata ad incontrare quei giovani "folli", lo diciamo in senso erasmiano, che hanno fatto dell'utopia una realtà.
Firmato il decreto salva-lista, siamo alla Repubblica di Weimar.
di Roberto Emiliano Piserse
Questo è un altro giorno triste per l'Italia, sarebbe forse opportuno che un editorialista di un blog commentasse e argomentasse con fiumi di parole ciò che è accaduto. I lettori mi perdoneranno ma l'avvilimento che ho non me lo permette. Vorrei solo fare una domanda a cui dare una risposta ed una contro-risposta:
Se la lista esclusa fosse stata quella dei Pensionati o del Partito Comunista dei Lavoratori (come tra l'altro è già accaduto), ci sarebbe stato un Decreto del Governo?
Risposta (di parte): Non è la stessa cosa, il PDL è il primo partito d'Italia e non si può fare una competizione elettorale senza che sia rappresentato oltre 1/3 dell'elettorato italiano, sarebbe falsata.
Controrisposta: Innanzitutto non si è il primo partito d'Italia sempre e comunque, voglio semplicemente dire che ad ogni competizione elettorale tutti i partiti ripartono da zero, infatti più volte sono capitati rovesciamenti di posizioni. Ma ammettiamo comunque che il PDL si confermi o sia oggettivamente il primo partito, ma forse la legge non è uguale per tutti? Oppure dobbiamo credere che i più forti siano "sciolti" (ab-soluti) cioè sottratti al rispetto della legge? Se così fosse ci troveremmo di fronte alla "Legge del più forte" che è espressione della legge di natura contro cui gli uomini hanno però voluto opporre il Diritto proprio per difendere il più debole. Infatti "il più forte" non ha bisogno di leggi perchè è capace da solo di prendersi ciò che gli spetta e ciò che pretende. Allora vuol dire che ci troviamo di fronte a leggi-ragnatela di cui ho già parlato nei giorni scorsi. Ecco perchè con avvilimento dico che siamo ormai alla Repubblica di Weimar.
Dulcis in fundo riportiamo una dichiarazione, ripresa dal "Corriere.it", di Silvio Berlusconi relativamente al Decreto varato, una dichiarzione che si commenta da sola:
«Sono uscito dal Consiglio dei Ministri dove stiamo facendo un decreto legge interpretativo delle norme che attengono alle elezioni - ha spiegato lo stesso Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con un evento elettorale del suo partito in Puglia - in modo che, speriamo, si possa ritornare a dare il diritto di voto anche ai nostri elettori del Lazio e della Lombardia».
Sull'esclusione delle liste del PDL La Russa afferma: Pronti a scendere in Piazza.
Uno spettro si aggira per l'Italia, quello delle leggi-ragnatela.
di Roberto Emiliano Piserse
Ormai il Berlusconismo ha contagiato tutti ed è diventato il metro di valutazione di ogni questione. Ormai è passato il principio che i giudici sono faziosi, corrotti, aspiranti a conquistare il potere politico dilatando a dismisura quello giudiziario. Allora, questo è il ragionamento del PDL, occorre ricorrere alla Piazza. La Piazza, questa fin troppo conosciuta, diventa anche giudice, un giudizio che esprime attraverso il voto elettorale ed attraverso la protesta. Ormai siamo alla barbarie del Diritto, alla scelta tra "Gesù e Barabba" nella convinzione, questo sì fazioso sillogismo, che, risiedendo nel popolo la sovranità, nelle sue mani sono tutti i poteri, pure quello giudiziario, anche perchè il popolo sa quello che vuole e dunque non può sbagliare perchè ciò che vuole non è nè buono nè cattivo, è solo desiderio, solo verità , la sua (del popolo) verità. Ecco allora che la Legge non vale più, non valgono le regole, almeno non possono valere per un partito di maggioranza relativa che, in quanto tale, necessariamente deve prendere parte alla competizione elettorale, anche perchè è l'unico in grado di contrastare e persini vincere il "Sinistro Male". Così si avalla un altro principio che farebbe rabbrividire i grandi della politica da Platone a Montesquieu, da Locke a Rousseau e persino i Sofisti che di relativismo pure si intendevano: una norma non ha validità assoluta ma relativa, vale a dire che è valida per i deboli, gli indifesi, per coloro che non hanno dietro il consenso delle masse, mentre non vale per i forti, per i prepotenti che, avendo un grande consenso popolare, essi devono rispondere magari al popolo ma non alla Legge. A riguardo Berlusconi più volte è stato esplicito: "Io non ho bisogno di giudici, perchè sono stato già giudicato dal popolo che più volte mi ha eletto sentenziando dunque che sono degno di ricoprire la carica che ho!". Così se un tempo i prepotenti agivano in assenza di leggi e traevano da questa massimo profitto, ora possono prosperare ancor di più grazie a leggi valide solo per gli altri. Infatti tutti sanno che ad ogni competizione elettorale ci sono sempre liste scartate perfino solo per vizi di forma e non, come nel caso del PDL a Roma e a Milano, di sostanza. Allora vuol dire che ancora una volta vale la logica dei due pesi e delle due misure, ancora una volta ci troviamo di fronte a leggi-ragnatela, come amava definirle Erasmo da Rotterdam, leggi cioè che, come le ragnatele, sono efficaci solo per gli insetti piccoli mentre non hanno alcun senso di fronte a quelli grandi. Mala tempora currunt. Sigh!
P.E.V.: Guerra aperta tra Sindacato e Amministrazione Comunale.
Il Sindacato risponde alle esternazioni dell'Ass. Domenico Molino. Intanto questo lungo braccio di ferro rischia di bloccare tutti i concorsi.
Riceviamo e pubblichiamo.