venerdì 28 maggio 2010


DIRITTI & ROVESCI

PER I DIPENDENTI DEL SENATO UN PREMIO PREVIDENZIALE, IL CONSIGLIO DI PRESIDENZA RICONOSCE IL SISTEMA RETRIBUTIVO AI DIPENDENTI ENTRATI FINO AL 01-06-2007

Anche i dipendenti della Casta usufruiscono di privilegi, sembra ormai di essere alla Corte di Re Sole.
Da http://www.italiaoggi.it/

Il consiglio di presidenza dice sì alla proposta Mauro. Spesa pensionistica a +11% in tre anni. Per i dipendenti entrati fino al 2007 vale il sistema retributivo.
Possono tirare un sospiro di sollievo, al Senato. Perché mentre tutti i dipendenti pubblici da anni devono fare i conti con la riforma Dini, che ha segnato il passaggio al sistema contributivo per il calcolo delle pensioni, loro l'hanno sfangata. Continueranno ad avere il più favorevole (in ballo fino a un migliaio di euro in più in busta paga) sistema retributivo, ovvero la futura pensione sarà calcolata in proporzione allo stipendio goduto e non ai contributi effettivamente versati. Purché siano stati assunti entro il 1° giugno 2007. E ad avere questo prezioso requisito è la quasi totalità dei 1004 uomini in servizio al Senato. A decretare la salvezza del manipolo di dipendenti di Renato Schifani è stata ieri una delibera del Consiglio di presidenza. Mentre si discuteva del bilancio assestato 2009 e del preventivo 2010-2012 (si vedano le anticipazioni di Italia Oggi di sabato scorso), è stata presentata dalla vicepresidente Rosi Mauro (Lega Nord) anche la proposta previdenziale. Una proposta attesa da un po' e che è giunta all'approvazione proprio mentre al senato è arrivato il decreto sugli aiuti alla Grecia, con un rischio, segnalato dai tecnici dell'ufficio bilancio, per i titoli di stato già in calendario. E mentre nel resto del paese si parla di manovra finanziaria correttiva, con tanto di blocco degli aumenti contrattuali ai travet e congelamento delle finestre previdenziali di uscita. «Abbiamo ratificato un accordo raggiunto con i sindacati nel 2008», è l'unica affermazione ufficiale.
Della questione si era discusso già nella passata legislatura: Roberto Calderoli -l'attuale ministro leghista dei tagli agli sprechi, ai tempi vicepresidente del senato- aveva provato a sanare il tutto almeno fino al 2007. Perché mentre per gli assunti al senato prima del 1998 era pacifico che si applicasse il vecchio regime, per i nuovi assunti no. Ma non se ne fece niente. Ora con la delibera Mauro, che ha guidato la delegazione datoriale nei rapporti con i sindacati di Palazzo Madama (lei è anche sindacalista, segretario del primo sindacato padano) si stabilisce con certezza che il vecchio sistema vale solo fino al 2007. Da questa data (30 nuovi assunti tra gli assistenti, altri concorsi nel frattempo sono stati programmati) non si faranno sconti.
Intanto è proprio la spesa previdenziale per i dipendenti quella che registra il segno positivo più consistente nelle uscite del senato. Nella previsione di spesa, dal 2009 al 2012 si registra un aumento complessivo di oltre 11 punti percentuali, passando da poco più di 89 milioni a quasi 99 milioni e mezzo. Il trend dovrebbe essere di circa 30-40 pensionamenti l'anno.
Ma quanto guadagna un dipendente del senato? Il sito di Palazzo Madama indica le retribuzioni iniziali nette: dai 1550 euro di un assistente parlamentare ai tre mila di un consigliere. Ma c'è chi fa notare che, con il riconoscimento della laurea, è difficile partire dal primo livello anche per un neo assunto.

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