martedì 16 giugno 2009











Referendum: Perchè astenersi dal voto.


"Il Voltaire" con questo articolo ha aperto una campagna in favore dell'astensionismo. Anche chi scrive non andrà a votare. E' la prima volta che accade, in quanto ha sempre sostenuto che il referendum abbia un valore fondamentale per il gioco democratico e che non può essere vanificato con un comportamento, quello astensionista, che ha davvero poco di democratico e molto di qualunquista. Questa volta, però, quando il gioco diventa scorretto per la stessa democrazia, vale a dire creare un bipartitismo "perfetto" senza tener conto delle diversità culturali e politiche che comunque ci sono nella società (forse non tutti sanno che alle scorse europee ben 4,5 milioni di voti sono finiti nel cesso, vale a dire che 4,5 mlioni di cittadini hanno espresso un voto che non fosse a fa vore del PDL o del PD, ebbene i loro voti per effetto dello sbarramento sono andati buttati con buona pace della democrazia) occorre intervenire in qualsiasi modo. Non può infatti sfuggire che se questo referendum raggiungesse il quorum del 50,01%, si arriverebbe ad un sistema elettorale che ricalca perfettamente la Legge del fascista Giacomo Acerbo che nel 1923 ideò un provvedimento molto simile e, forse, persino più "democratico". Vediamo perchè: nella legge Acerbo solo quella lista di maggioranza relativa che avesse superato il 25% dei voti avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi parlamentari. Anche se consideriamo la famigerata Legge n. 148 del 1953, ridenominata "Legge Truffa" dai suoi oppositori tra i quali figuravano i nonni degli attuali politici che militano nel PD, prevedeva sì l'attribuzione di un premio di maggioranza tale da assicurare ai vincitori il 65% dei parlamentari ma solo qualora la lista, o la coalizione di liste, avesse preso il 50,01% dei voti validi. Il referendum che si andrà a votare, prevede invece che la lista che prende il maggior numero di voti, teoricamente anche il 22% (questa d esempio era la percentuale dei voti ottenuti da Forza Italia alle politiche del 2006, prima che si fondesse con AN), ha diritto alla maggioranza assoluta dei parlamentari. Vale a dire che se anche il 78% degli italiani non ha votato per quel determinato partito di maggioranza relativa, questo ottiene la maggioranza assoluta dei parlamentari. Come si vede, molto peggio della legge Acerbo e di quella che fu definita truffa. Di fronte ad uno scenario del genere non si può andare tanto per il sottile e quindi occorre volgere a proprio favore le percentuali degli astensionisti cronici per salvare alcuni concetti fondamentali della democrazia, almeno fino a quando al concetto di democrazia si attribuisce il significato di partecipazione e quindi di rappresentatività. Si potrebbe obiettare che il bipartitismo perfetto è tipico delle grandi democrazie anglo-sassoni, è vero, ma è anche vero che nei paesi anglo-sassoni la percentuale dei votanti, non delle astensioni, oscilla tra il 35 ed il 40% poichè molti cittadini non si sentono rappresentati da quei due partiti. Allora il 21 ed il 22 giugno non resta che astenersi dal voto. E' la democrazia che lo esige.

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