martedì 23 giugno 2009



Alle urne solo il 23,5% degli elettori:
Bocciato il Referendum truffaldino.


Netta sconfitta dei referendari, l'imperialismo elettorale di PD e PDL trova un muro nel senso democratico degli italiani. Anche prendendo a riferimento il dato di affluenza delle Europee di 15 giorni fa (66,5%), due terzi dei cittadini, che costantemente partecipa alla vita politica del Paese, ha detto no ad una proposta di legge anti-democratica e truffaldina.

E' andata come si sperava che andasse: l'Italia ha detto no innanzittutto ad una legge elettorale anti-democatica per eccellenza (vedi nostro articolo del 16 giugno scorso) e poi ha scaricato di fatto il cosiddetto bipartismo perfetto. Ora, a nostro avviso, una riforma elettorale non può prescindere dai sistemi in adozione nei comuni e nelle province dove si possono esprimere le preferenze, dove è previsto uno sbarramento ragionevole per chi intenda presentarsi non collegato a nessuna altra lista, dove è previsto il doppio turno di ballottaggio e dove è prevista l'elezione diretta del sindaco o del presidente. Certamente si dirà che questa legge assegna poteri ampi al primo cittadino e che una soluzione del genere, su scala nazionale, potrebbe essere pericolosa in un Paese in cui la voglia di indossare gli stivali neri è spesso ricorrente. Se questo è vero, è anche vero che il Consiglio comunale (in chiave nazionale diremmo il Parlamento) può sfiduciare il sindaco in qualsiasi momento e non è un fatto raro come ci insegna la storia degli ultimi 15 anni. E poi se si vuole ritornare in qualche modo al proporzionale, si deve concedere qualcosa a chi (PD e PDL) da anni hanno in testa di avere un sistema politico stabile ed un esecutivo meno soggetto ai ricatti di pochi, disegno questo che aveva portati i due partiti maggiori a sostenere questo referendum del 21 e 22 giugno. Quanto all'istituto referendario, dobbiamo dire che non può essere affatto eliminato. Va semplicemente rivisto: innanzitutto adeguando il numero delle firme da raccogliere all'attuale popolazione, significherebbe in sostanza portare il numero minimo a 1,5 milioni di firme, e poi eliminare la questione del quorum che, effettivamente, falsa il senso del referendum stesso.

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