giovedì 18 giugno 2009


Quando la politica è fatta solo di poltrone. Il silenzio di PDL e PD sul referendum del 21 e 22 giugno, allontana ancora di più la gente dalle urne.

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Fino a quindici giorni fa era indispensabile fare le ronde notturne per difendere i propri manifesti dagli incivili che sovrapponevano i propri simboli a quelli degli altri, ora i cartelloni elettorali "superstiti" non recano nemmeno un manifesto a favore del SI o a favore del NO.


Fino a 15 giorni la città era invasa da ronde notturne, non quelle che vogliono Berlusconi e Maroni, ma quelle, per lo più prezzolate, che avevano il compito di appiccicare i faccioni dei candidati a tutti i costi anche sui faccioni degli altri. I cartelloni erano strapieni di immagini e simboli. Terminate le elezioni amministrative, una nuova competizione fatta soprattutto da ideali o, se la parola vi sembra esagerata, diciamo fatta da meri progetti politici senza alcun tornaconto alla singola persona, e dobbiamo constatare che per le strade di Vasto, e siamo certi che sia un fenomeno nazionale, non abbiamo visto un solo manifesto pro o contro il referendum. E' una tendenza che si registra da diversi anni e che dimostra come la stragrande maggioranza delle persone viva la politica come competizione personale, come accaparramento delle poltrone e non come battaglia per affermare degli ideali. Noi del "Voltaire", per la prima volta, abbiamo scelto, sul refendum, la via dell'astensionismo così come è stato motivato nei giorni scorsi. Quello che ora però ci preme evidenziare è il disinteresse generale verso i tre quesiti referendari. Se questo è naturale da parte del Comitato per l'astensionismo che, ovviamente non aveva nessun interesse ad informare la gente su un referendum "truffaldino", ci chiediamo che fine abbia fatto il Comitato per il SI. Infatti tutto il PDL, prima del successo elettorale di Bossi, si era mobilitato in favore del Sì, così come il PD, insomma i due grandi partiti che si autodefiniscono indispensabili per il governo del Paese e si vantano del loro senso di responsabilità. Ma davvero sono così responsabili? Non crediamo. Se lo fossero, avrebbero lanciato una campagna mediatica e di informazione (quanto meno ad attaccare qualche manifesto) su un referendum che direttamente o indirettamente hanno promosso e che è costato ai cittadini italiani, secondo alcune fonti, 460 milioni di euro. Non ci rendiamo conto dell'enormità della cifra, ma per avere un'idea dobbiamo dire che con 460 milioni di euro avremmo ricostruito due volte l'università Dell'Aquila e che alla fine sarebbero avanzati ancora 20 milioni di euro. Grazie PDL e PD per il vostro senso di responsabilità. L'Italia vi ringrazia, soprattutto per la vostra capacità di mobilitazione quando si tratta di politica non fatta di poltrone.



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