sabato 5 settembre 2009

"Il Film Festival di Vasto come rassegna del Cinema d'autore snobato dalle grandi case di distribuzione"

Continua a far discutere l'intervento del Consigliere Vicoli su una radicale trasformazione della manifestazione. Ecco l'intervento di Michele Pomponio.

Egregio Vicoli,

Sono un oriundo scernese che vive lontano e mi tengo in contatto con la realtà vastese attraverso il sito piazzarossetti.it sul quale ho avuto modo di leggere la sua analisi dell’ultima edizione del Vasto Film Festival. Sono un appassionato di cinema e ho sempre avuto modo di mettere in dubbio la politica del festival nella sua formula poco originale. Formula che a mio parere non è stata mai neppure ragionata a tavolino. Purtroppo per motivi famigliari quest’anno non ho potuto viverlo di persona ma in passato lo avevo seguito con attenzione. Ecco il mio pensiero al riguardo. In Italia la stagione invernale del cinema comincia l’ultima settimana di agosto quando nelle sale arrivano i blockbuster americani e l’uscita di una buona fetta dei film dell’anno si concentra in quella settimana. Per i(l) gestori(e) delle sale vastesi (all’epoca unica) è diventata un’esigenza imprenditoriale creare —in una località di mare e ad agosto— una situazione nuova che portasse gente davanti allo schermo. Altrimenti chi si sarebbe chiuso in un cinema ad agosto? Bella trovata quella di usare lo spazio del cortile D’Avalos per un cinema all’aperto e buon opportunismo quello di mascherare la cosa come evento per richiamare turisti aggiudicandosi quindi il partocinio e il finanziamento dell’amministrazione comunale. Tanto di cappello all’intraprendenza dell’imprenditore in questione. Naturalmente andavano trovate anche escamotage per portare al cinema coloro che solitamente non vanno. L’evento andava quindi miscelato con quel po’ di mondano che sul vastese medio ha un appeal irresistibile; ed ecco gli ospiti (all’inizio le “madrine”) più o meno noti prezzolati per presenziare e dire che il golfo di Vasto è incantevole. Per riempire il cartellone e trovare qualche ospite da “premiare” occorreva attingere ai film di seconda visione per la maggior parte italiani e poco visti durante l’anno perché di nicchia. Quindi la cernita dei film di seconda visione con ospite andava fatta in virtù della possibilità di presenza dell’ospite di turno. Per questo motivo non è mai stato possibile dare un tema al festival e si andava dalla commedia al thriller senza soluzione di continuità. Il cinefilo (turista e non) non se ne faceva nulla di quelle seconde visioni di film che in sala erano state proiettate mesi prima. Per le novità il problema invece è che il cinefilo raramente va a vedersi un filmone stile Transformers (per citarne uno e senza voler offendere nessuno). Quindi —spacciandomi per turista con la passione del cinema— che appeal può avere una rassegna di film già visti o di film che non vedrei mai? Ed ecco che subentra la visione ”aggratis”. Passeggio per la città e mi fermo in piazza Barbacani a (ri)vedermi due o tre scene di un film; poi risalgo da corso Italia e mi becco qualche scena da un film che non mi sarei neppure sognato di andare a vedere. Se c’è poi la possibilità di incrociare qualche attore di qualità forse mi faccio anche la conferenza stampa... Ma non per chiedergli l’autografo o fare la foto con lui. Un paio di anni fa ho provato a dire la mia sul festival anche sui forum di piazzarossetti.it ma non c'è stato verso. Spesso la critica è vista come polemica e non è colta nella giusta maniera. Io poi non mi sono mai stupito dei budget perché mi sono occupato di cose simili e so che si fa in fretta a spendere. Però ho sempre avuto da ridire sulla formula e sul fatto che il festival fosse solo un opportunità di guadagno per qualcuno. Alla fine si trattava solo di una rassegna di film senza nessun filo conduttore e quindi come tale andava portata avanti (con possibilità di risparmiare i soldi del contribuente). Un vero festival a mio avviso ha invece bisogno di linfa nuova per il cinefilo. Quindi film in vera anteprima e non in uscita prevista per quel weekend in tutta Italia. Per fare questo occorre come prima cosa il contatto diretto con il settore (produttori e distributori in primis) che abbiano voglia di portare a Vasto i film in uscita magari snobbati dalle altre manifestazioni. Occorre —se proprio si deve— premiare i film dopo averli visti e non perché l’ospite (pagato) ha accettato l’invito. Infatti i festival che lei cita di Venezia, Roma e Torino basano la loro formula sul concorso. Con quest’ottica sono le case cinematografiche che alimentano i festival. Capisco che per Vasto questa può sembrare utopia ma le assicuro che esistono delle piccole nicchie del mercato cinematografico (soprattutto indipendente) che hanno grandi problemi di distribuzione e che avrebbero bisogno di manifestazioni come quella di Vasto per guadagnarsi un minimo di visibilità altrimenti offuscato dalle grosse produzioni. Naturalmente la rassegna va ragionata a lungo termine e va approntata nell’arco della intera stagione da un team competente e non improvvisata in soli quindici giorni. Senza nulla togliere a chi se ne occupa ogni anno bisogna però mettere sul tavolo competenze in materia. Il primo passo fatto di destinare la competenza all’assessorato alla cultura è già importante perché determina la competenza più corretta del fine (che a questo punto però mi consenta di dire che non deve più essere quello di riempire la piazza ad ogni costo). Si può anche arricchire la rassegna come lei propone rispolverando il cinema di venti anni fa con pezzi della Ubalda ma questo può e dovrebbe essere fatto in parallelo al core del festival. Il cinefilo poi conosce già i vari Truffaut, Bertolucci, Pasolini, Kubrick... Non so se vale la pena proporgli ancora la visione di film che probabilmente possiede in dvd a casa. Sicuramente invece vorrebbe avvicinarsi al nuovo cinema d’autore che è difficile trovare nelle sale soprattutto di Vasto dove —quando va bene— sono proiettati solo al giovedì pomeriggio. Mi sono dilungato e probabilmente non le ho detto tutto quello che avevo in mente. Credo però che a Vasto ci sia qualcuno che apprezza come me il cinema e che possa condivide questa mia opinione. Magari potrebbe essere anche felice di essere coinvolto in una macchina organizzativa ben ragionata e suggerire altre soluzioni che io non ho in mente. Giri la mia anche alle persone che lei stima e che consiglia nella sua lettera aperta poiché sono costoro le persone che devono immettere linfa nuova alla manifestazione.Caro consigliere sono stato ben felice di condividere con lei queste mie idee; sarei ancora più felice anche sapere che poi qualcuno le ha recepite e messe in atto. Spero che non le abbia invece prese come polemica o disprezzo del lavoro fatto in questi anni.Con la mia stima.
Michele Pomponio


Caro Michele,
ho apprezzato il tuo intervento. Come ho già scritto, la mia proposta era solo un modo per gettare una pietra nello stagno e far muovere un po' di idee e pare che col tuo intervento, che non giudico affatto polemico ma costruttivo, qualcosa cominci a muoversi. In tal senso ho infatti parlato proprio di un "concorso di idee" per rilanciare completamente l'iniziativa. Ho già girato la tua mail all'Ass. alla cultura, Anna Suriani, in modo che si cominci a ragionare su qualcosa di serio e alternativo. Ti terrò informato.
Ancora grazie per il tuo intervento.
Un Saluto. Maurizio Vicoli.

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