martedì 8 settembre 2009


2000 Anni fa la battaglia che avrebbe potuto cambiare la storia dell’Occidente.

di Consalvo Còlivi

Esattamente duemila anni, tra l’ 8 e l’11 settembre dell’anno 9, nella foresta di Teutoburgo in Germania , il neonato impero romano conobbe la sua prima grande sconfitta. A quel tempo l’impero era ancora governato dal suo fondatore, Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Giulio Cesare. Roma stava attraversando il suo massimo splendore, ma non aveva ancora abbandonato le sue mire espansionistiche verso oriente, a danno dei Germani che a quell’epoca erano divisi in tribù nomadi chiamate appunto germaniche. L’area ad oriente del fiume Reno era già stata conquistata dal generale Tiberio, ma ora Augusto aveva bisogno di formalizzare quella conquista con l’invio di coloni e soldati in modo da procedere alla vera e propria romanizzazione. Decise dunque di inviare una colonna di tre legioni più migliaia di civili (donne, anziani e bambini). Questa colonna di trentamila persone, lunga forse 20 km, era comandata da Varus, abile comandante che aveva fatto un’ottima carriera politica: prima console e poi governatore dell’ Africa, della Siria e di questa area germanica da poco conquistata. Di questa spedizione faceva parte anche Arminius, un germano che aveva combattuto valorosamente nella cavalleria romana, fino a diventare componente del ceto equestre, ma che ora aveva altre mire: riunificare le tribù germaniche in uno stato unitario sul modello di quello romano. La spedizione romana intanto era andata abbastanza bene, erano stati stretti rapporti commerciali, concordate tasse e la popolazione era sembrata abbastanza accondiscendente. Però mentre la colonna riprendeva il suo cammino verso occidente per riattraversare il Reno, in prossimità dell’arrivo del lungo inverno tedesco, Arminio avvertì Varus che una tribù germanica si era ribellata, un espediente per costringere quest’ultimo a tornare indietro e dare seguito al suo piano. Così, con la scusa di cercare rinforzi tra i germani, Arminio sparì per mettersi alla testa della tribù ribelle e rimase in attesa dell’arrivo della colonna romana, laddove voleva che passassero: nella fitta e buia foresta di Teutoburgo. Arminio era qui pronto, in agguato con i suoi uomini. Aspettò che la colonna si addentrasse sempre più, fino a quando, tutta dentro la foresta, ne attaccò la coda lasciando che la testa si inoltrasse ulteriormente nella foresta. Così in tre giorni, dall’8 all ’11 settembre, i Germani guidati da Arminio massacrarono l’intera colonna. Varus insieme ai suoi generali si uccisero per non cadere nelle mani dei ribelli, Arminio era dunque riuscito ad annientare la 17°, la 18° e la 19° legione: un decimo della forza militare romana.
Per 6 anni i Romani non misero mai più piede in questa foresta, finché nel 15 d.C. una spedizione comandata da Germanicus, si ritrovò, nel mezzo della foresta, ad osservare uno spettacolo agghiacciante: scheletri, teschi inchiodati agli alberi, corazze lacerate, spade spezzate. Il senso della “pietas” romana li spinse a seppellire quei “resti” umani. Durante questa operazione, furono accerchiati da Arminio e rischiarono di fare la stessa fine di Varus e dei suoi uomini. Riuscirono però a sottrarsi all’accerchiamento e a contrattaccare fino a distruggere le truppe di Arminio il quale, dopo essere riuscito a mettersi in salvo per miracolo, fu ucciso qualche tempo dopo dai suoi parenti durante una riunione tribale. Svaniva così il suo sogno di riunificare le tribù germaniche sotto un’unica autorità mentre Varus e la colonna venivano vendicati.
Oggi, a distanza di duemila anni, vogliamo ricordare quegli uomini e quelle donne che morirono per Roma e per l’Impero. A Teutoburgo dunque cambiò la storia d’Europa. Da quel momento Roma decise di abbandonare l’espansione verso la Germania orientale ed i fiumi Reno e Danubio segnarono per sempre il “limes”, il confine, orientale dell’Impero Romano. Se a Teutoburgo avessero vinto i Romani, probabilmente la storia dell’Occidente avrebbe preso una strada diversa, probabilmente Roma sarebbe sopravvissuta a Bisanzio, probabilmente si sarebbe attuata prima quella fusione tra Germani e Romani che, otto secoli più tardi, avrebbe visto gettare, con la nascita del Sacro Romano Impero, il seme dell’Europa moderna.

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