lunedì 17 agosto 2009



Gabbie salariali? Un'idiozia.

Mentre cresce il divario tra Nord e Sud dell'Italia, la Lega continua a chiedere altri privilegi per il Nord distruggendo sempre più ogni sentimento di solidarietà nazionale. Intanto la cosiddetta Questione Meridionale resta ancora irrisolta e, cosa più grave, non interessa più a nessuno.

di Astrid Checchia

"La Banca d'Italia ha diffuso uno studio dal quale risulta che il costo della vita nel Sud d'Italia è più basso del 16,5 per cento rispetto al Nord. La Lega di Bossi ha subito rilanciato la sua vecchia battaglia a favore delle gabbie salariali. Cioé di un meccanismo che preveda stipendi più alti dove il costo della vita è maggiore. Sarebbe la fine della contrattazione nazionale. […] Alcuni studi dimostrano peraltro che già oggi esistono differenze di stipendi tra Nord e Sud. Secondo la Cgia di Mestre, che ha preso in esame i redditi annuali dei lavoratori dipendenti del 2007, nel Nord già si guadagna il 30 per cento in più rispetto al Sud. Secondo un rapporto Unioncamere lo scarto è del 16,3 per cento. Ma ovviamente restano uguali, al Nord e al Sud, molti stipendi: quelli dei dipendenti pubblici, ad esempio - dagli insegnanti agli impiegati statali - che prendono la stessa cifra a Milano e a Siracusa: con costi della vita diversissimi, a iniziare dagli affitti. Le gabbie salariali furono introdotte in Italia nel 1945 e abolite nel 1969 dopo dure lotte sindacali. Il tema tuttavia torna periodicamente d'attualità." (L’espresso 6 Agosto 2009)


Che idiozia: nel contesto socio-economico in cui viviamo, una famiglia non vive reclusa nel suo territorio. Ci sono infatti delle necessità per le quali una famiglia del sud è costretta a rivolgersi alle strutture, alle istituzioni o ai servizi che offre (e chissà perché...) il nord: un figlio che si sposta per studiare, un membro della famiglia che si sposta per ricevere cure mediche particolari ecc... in questo modo, cioè portando ancora più ricchezza alle famiglie del nord (non bastava evidentemente la legalizzazione del falso in bilancio), condanniamo le famiglie abruzzesi, quelle siciliane, quelle pugliesi ecc: queste non potranno permettersi né istruzione, nè cure particolari adeguate, nè tante altre cose, anche solo una vacanza. Che poi, se è vero che la storia insegna, allora dovremmo aspettarci stipendi invariati al nord e diminuiti al sud. Siamo in Italia. Tuttavia, non possiamo pensare, che tutti i membri di una qualsiasi famiglia del sud rimangano per tutta la vita nel territorio d'origine, anche perché sarebbe un suicidio con l’attuale situazione italiana, dove una vecchia, vecchissima questione meridionale non accenna a placarsi. Un giovane del sud non ha prospettive, se non quelle di seguire le orme dei suoi nonni, prendere una valigia ed emigrare al nord o all‘estero. Il dato pubblicato dalla Banca d'Italia è stato solo un pretesto per accentuare ancor di più il divario fra nord e sud … incostituzionale, vero? Beh ormai non ci si sorprende più di nulla. Del resto la questione meridionale, è proprio il caso di dirlo, è vecchia di secoli. Mentre i governi di centro sinistra, non hanno trovato, e forse non si sono neanche sforzati di pensarci, un’azione risolutiva per il Sud, tutti i governi di centro destra invece non hanno fatto altro che privilegiare in mille modi il Nord, con l’inquietante risultato di una questione meridionale ancora in piedi all’alba del terzo millennio.

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