domenica 19 aprile 2009

TORNARE AD UNA POLITICA SOCIALE



Il terribile terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo e centinaia di famiglie abruzzesi, riporta in primo piano la finalità della Politica. Da troppo tempo infatti la politica ha perso il suo significato democratico fondato sulla rivoluzionaria idea che ogni vita umana, a prescindere dal censo, dall'ingegno e dal colore della pelle, è uguale ed importante quanto ogni altra.
A cominciare dall'esperienza giacobina del 1793, l'uomo era diventato soggetto della storia e dello sviluppo sociale, è a lui che bisognaa pensare come individuo e come parte del corpus socialis. Da questo momento tutta l'azione politica dei progressisti era mirata a realizzare un nuovo sistema economico capace di garantire l'esistenza di ogni uomo ed il sistema pubblico era persino chiamato ad assicurare la felicità di ogni cittadino.
Nella seconda metà del Novecento, dopo le tragiche ubriacature scaturite negli Stati totalitari, si affrmavano nel mondo occidentale le socialdemocrazie che ponevano al centro della propria azione politico-economica l'uomo con i suoi bisogni e le sue paure. La nascita dello Stato sociale riusciva in buona parte a proteggere l'uomo dall'angoscia delle malattie, dalle infermità della vecchiaia, dalla fragilità derivata dall'ignoranza: sistema sanitario pubbico, previdenza sociale e istruzione pubblica obbligatoria e gratuita finalmente permettevano all'uomo di affrancarsi da molte difficoltà esistenziali. Col tempo, però, il capitalismo rialzava la testa specie negli ultimi venti anni del XX secolo quando il sistema economico e politico sovietico cominciava a mostrare tutti i suoi limiti e tutti i suoi fallimenti. Si cominciò a pensare che, fallito un sistema economico antitetico a quello capitalistico, quest'ultimo fosse il migliore dei modelli economici possibili, in una sorta di ottimismo leibniziano. Ecco allora trionfare in America l'edonismo reaganiano ed in Italia il craxo-berlusconismo: le tv commerciali vedevano appena spuntare le prime antenne e già affermavano un mondo di veline e tronisti, un modello culturale e quindi esistenziale basato sull'apparire e sul "tutto e subito". I politici utilizzavano la spesa pubblica per edificare le cattedrali del XX secolo: strade, ponti, parchi acquatici, palestre comunali... incompiute; tante incompiute. Nessuno più pensava allo sviluppo culturale e sociale dell'uomo. La Destra con i suoi miti di sempre, fondati su modelli esetici ed edonistici, si preparava a vincere sulle brutture di una società triste, grigia, piatta, disegnata a misura di proletario. Via allora il valore dell'istruzione, della cultura e dell'arte impegnata, del ribellismo strumentale e fine a se stesso; una nuova epoca doveva cominciare, l'epoca della gioia, della spensieratezza, dell'effimero... del panem et circenses. Ogni ambito della vita umana doveva essere improntata a questo modello culturale: sul grande schermo irrompono le cosce e le tette della Fenech, i glutei di Nadia Cassini; in tv la comicità demenziale del Drive in; in letteratura i racconti del maestro Marcello D'Orta, ecc. Così, mentre le strutture scolastiche erano sempre più abbandonate a se stesse, i politici si impegnavano in manifestazioni-passerelle di ogni tipo, riducendo la politica a presenzialismo. A Vasto, ad esempio, il Parco Acquatico di Aqualand veniva a costare 24 miliardi di lire (calcolando la svalutazione e l'effetto euro possiamo equiparare la cifra ad almeno 24 milioni di euro attuali), il Vasto Film Fetival divorava quasi tre milioni di euro in tredici anni di manifestazioni per non parlare dei costi derivati dai Fasti dell'era Tagliente. Comunque il tempo passava e tutto sembrava andare per il meglio, tutto doveva continuare allo stesso modo e all'infinito in una estatica corsa estetica ed edonistica; perfino la depredazione ambientale ed il consumo esponenziale delle risorse del pianeta venivano messe in secondo piano, dopotutto il problema non esisteva, era solo frutto della propaganda delle solite, tristi cassandre di sinistra, invidiose forse di quella gioia diffusa nel popolo.
Un'estate, però, l'estate del 2008 scoppiò all'improvviso una bomba: una crisi finanziaria globale scaturita da un sistema capitalistico che, rinvigorito dalla Caduta del Muro di Berlino, tornava al suo antico principio del laissez-faire, "lasciate fare", tanto il mercato si autoregolamenta da sè: tutto il buono trionferà, tutto il marcio brucerà.
Autunno 2008: la crisi finanziaria comincia a ripercuotersi sull'economia reale: la paura, l'incertezza del quadro economico, l'esposizione finanziaria delle banche che avevano "giocato"ad un sistema "a scatole cinesi" e la conseguente maggiore difficoltà dell'accesso al credito da parte delle imprese fecero il resto: cassa integrazione, licenziamenti, mobilità. La gente si svegliava dal sogno reaganian-berlusconiano, i favolosi anni Ottanta erano solo un ricordo, uno splendido ricordo costruito su un enorme debito pubblico e su un sistema fianziario fondato sul nulla. Il sistema economico di consumo entrava in tilt: niente acquisti -niente produzione; niente poduzione-niente lavoro; niente lavoro-niente acquisti... e così di seguito in un pericolosissimo circolo vizioso.
Primavera 2009: un terribile sisma sconvolgeva l'Abruzzo. Alla paura causata dalla crisi economica e finanziaria, si affiancava il dolore di una tragedia indicibile ed il panico di nuove terribili scosse. Anche laddove il sisma era stato più magnanimo, regnava la paura per i propri figli che frequentavano scuole le quali, per il 75%, non erano a norma di sicurezza. Finalmente ci si rese conto che in quelli che si pensava essere i favolosi anni Ottanta, si era sperperato tanto, troppo. Quel fiume di soldi che straripava in tante incompiute e in tante opere inutili avrebbe potuto essere incanalato verso un sistema scolastico e sanitario di grande efficienza e di massima sicurezza. Solo a Vasto, con le risorse impiegate per realizzare Aqualand e per finanziare quattordici edizioni del Film Festival si sarebbero potute costruire ben sei scuole rispondenti agli ultimi requisiti in termini anti-sismici.
Raccontata così, sembra una favola o un evento tragico consegnato definitivamente alla Storia, al passato. Invece tutto è purtroppo ancora attuale. Ecco allora che la Politica deve necessariamente riacquistare la propria dignità, deve dare finalmente risposte alle ansie e alle preoccupazioni dei cittadini non più distraendoli dai problemi ma impegnandosi a risolverli. Occorre dunque tornare ad una politica sociale, ad una politica "umanistica" che ponga al centro dlla propria azione l'uomo e la sua crescita culturale, l'uomo e la sua sicurezza
fisica e familiare.

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