mercoledì 9 dicembre 2009



Riecco il Nucleare. Coinvolta anche Termoli.

Ma gli Italiani non avevano detto no?

Da alcune indiscrezioni, pare che tra i siti individuati ci sarebbe anche Termoli. Così Vasto tra il Centro oli di Ortona e le centrali termolesi potrà avere un futuro turistico? Ma il problema non è solo questo... purtroppo!

di Roberto Emiliano Piserse

Siamo alla follia. L'Italia, che non ha ancora un Piano Energetico Nazionale che preveda reali fabbisogni e analisi sugli sprechi, imbocca di nuovo la strada del nucleare nonostante gli Italiani nel 1987, con un referendum che non ha scadenza, avessero detto NO. Aveva ragione il dantonista Philippaux che, andando alla ghigliottina, sentenziò: l'uomo ha diritti finchè è in grado di difenderli. E in questo gli Italiani, la storia lo insegna, non sono proprio dei campioni. Il governo infatti cancella la vera volontà popolare con un colpo di spugna; nemmeno il pudore di riproporre un referendum per annullare quello precedente. E tutti tacciono. Intanto gli sprechi energetici aumentano: negli ambienti pubblici (enti, scuole, ospedali) i termosifoni bruciano a tutta forza e si è costretti ad aprire le finestre per non soffocare; nelle case i caloriferi scottano e le famiglie sono in maniche corte; in estate, il sole infastidisce con i suoi raggi tanto da non permetterci di distinguere le immagini che corrono in televisione, allora non resta da fare altro che abbassare le tapparelle ed accendere le luci; e, a proposito di luci, quante volte negli uffici pubblici vediamo le luci, i computer e gli altri led che restano accesi per giornate intere anche quando nella stanza non c'è nessuno; pessima abitudine che, però, non risparmia nemmeno le case private... potremmo continuare a lungo con i folli-sprechi che, secondo l'ENI (parliamo dell'Ente Nazionale Idrocarburi, non del WWF o di Greenpeace), possono essere ridotti fino ad ottenere un risparmio energetico del 30%. In quest'ottica, senza badare agli sprechi, il governo decide che l'energia di cui abbisognamo è tanta e che dobbiamo produrne altra, tanta altra! Si chiederà, ma perchè quest'avversione verso il nucleare che, a differenza dell'energia derivata da composti fossili (carbone e petrolio) non immette CO2 nell'atmosfera e scongiura l'effetto serra? E' sempre il solito NO di una sinistra e di un ecologismo incapace di fare pace col progresso?
Tanto per cominciare, questo ecologismo e questa sinistra catastrofista hanno, purtroppo (e sottolineiamo purtroppo), avuto ragione, perchè se si fossero ascoltate quelle o queste cassandre ora non saremmo in questa emeregenza climatica riconosciuta anche da coloro che inveivano e deridevano gli ecologisti; in secondo luogo, dobbiamo dire che il nostro NO chiaro e forte sul nucleare si fonda su una semplice obiezione: supponiamo pure che le centrali nucleari di ultima generazione siano ultra sicure; supponiamo che non ci potrà mai essere una fuga radio-attiva; supponiamo che tutt'intorno alle centrali resti verde e profumato... supponiamo tutto questo, rimane sempre e comunque un piccolo, si fa per dire, problema: le scorie radioattive derivate dal processo di fissione nucleare. Parliamo di scorie che hanno tempi di decadimento lunghissimi, anche di un milione di anni. In altre parole ci sono scorie che mantengono la loro radioattività, e quindi la loro pericolosità per gli uomini e l'ambiente, anche per diecimila secoli (tanto è un milione di anni). Nel ricordare che l'Homo Sapiens Sapiens, a cui la nostra specie si vanta di appartenere, è comparso sulla terra "appena" 150.000 anni fa, cioè 1500 secoli fa, dovremmo essere capaci di trovare dei contenitori in cui "chiudere" la radioattività per un periodo che è sette volte il lasso di tempo che ci divide dalla comparsa dell'uomo. A questo punto ci e vi chiediamo: è possibile, ed eticamente giusto, ipotecare il futuro delle prossime 40.000 (diciamo quarantamila!) generazioni umane?!

* * *
Non ci piace fare sciacallaggio o terrorismo giornalistico-ambientale, vorremmo solo ricordare ai nostri lettori gli effetti delle radiazioni nucleari sull'essere umano. La prima fotografia è stata scattata all'indomani del lancio dell'atomica su Hiroshima; la seconda è una foto relativa ad alcuni effetti delle radiazioni sulle nascite avvenute a Chernobyl dopo l'esplosione del 1986.




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