giovedì 31 dicembre 2009



RECENSIONE (POLITICA) DEL LIBRO “Amministrazione Lapenna e Partito Democratico: storia di due storie mai nate”

di Maurizio Vicoli



Ho letto quasi tutto d’un fiato il libro di Del Prete-D’Alessandro su Lapenna e il PD. Da un punto di vista formale mi è piaciuta anche la parte curata direttamente dall’ex vice-sindaco che, per l’occasione, ha mostrato di avere stile, il libro infatti si fa leggere volentieri, sostenuto da una sintassi snella, giornalistica e senza errori grammaticali a dispetto dell’amico ritrovato D’Alessandro che tra i tanti epiteti attribuiti a Del Prete vi è anche quello di “sgrammaticato” (vedi Polis 15/09/2007). Un errore a dire il vero c’è e, se non si tratta di refuso tipografico, si tratta di errore grave che mette in contraddizione il sentimentalismo del brano. Alla pag. 15, infatti, Del Prete ricorda i tempi in cui il partito della Margherita era, a Vasto, un partito tutto da costruire di cui egli stesso fu grande artefice insieme agli “indimenticabili” Nicola Bellafronte e – si legge – Rocco Cerulli. Siamo certi che si tratti di un refuso o di un lapsus freudiano piuttosto che di una … dimenticanza! Probabilmente Del Prete si riferiva alla tragica scomparsa del Prof. Rocco Cerullo perché Rocco Cerulli è l’ex assessore socialista che, per fortuna, è ancora vivo e vegeto. A parte questo mi aspettavo di trovare, nel libro, un buon motivo per ravvedermi, per cospargermi il capo di cenere e togliere la mia fiducia al Sindaco Lapenna in modo da far cominciare nel migliore dei modi il nuovo anno ai suoi detrattori. Ero infatti convinto che l’ex vice-sindaco di Vasto, che ha operato per tre anni nell’Amministrazione comunale o, come ama invece definirla l’amico ritrovato D’Alessandro, “Comitato d’affari LapennaForteDelPrete” (i tre nomi rigorosamente scritti tutti attaccati ad evidenziare quasi la natura una e trina del Comitato stesso), ne svelasse gli sventolati e insinuati retroscena soprattutto illegali come con certezza ha sempre sostenuto l’amico ritrovato D’Alessandro. In realtà ho solo letto un patetico j’accuse di un ex carnefice che ora si sente vittima. Quelle di Del Prete, infatti, sono pettegolezzi e piagnistei a sfondo moralistico tanto che mi è tornato in mente il film “Il moralista” di Giorgio Bianchi interpretato da Alberto Sordi la cui trama si può riassumere nel proverbio vastese “Padre Bacchettone che faceva scuola alle cattive signorine”. Eh già, la vittima di oggi dimentica che il carnefice di tre anni fa non solo si oppose, democraticamente, alla richiesta di primarie per la scelta del candidato sindaco tra Lapenna e Forte, ma deferì al Collegio dei probiviri del partito tutti i margheritini candidatisi nella lista di Peppino (Forte) i quali avevano la colpa di aver chiesto un confronto democratico sulla scelta del candidato sindaco e, soprattutto, avevano osato sfidare gli allora ras della Margherita individuati in Bucciarelli-Del Prete. Come tutti ricorderanno i margheritini fortiani furono sospesi dal partito per dieci mesi.
Il cattolico-democratico- vittima di oggi, che alla pag. 52 del libro afferma che “da soli non si va da nessuna parte” che “le idee e i progetti vanno pensati insieme, vanno elaborati, vanno discussi pubblicamente condivisi e realizzati” tanto che dichiara di voler intraprendere un percorso nuovo con tutti i cittadini vastesi che “vogliono camminare per Vasto a testa alta”, dimentica che l’accusa fatta da tutti i fuoriusciti della Margherita, quando il Del Prete ne era il leader indiscusso, è sempre stata quella di una mancata condivisione delle decisioni e scarsa considerazione nei confronti persino dei Consiglieri comunali, soprattutto verso quei Consiglieri comunale che, come Antonio Russi, hanno sempre voluto e potuto camminare per Vasto a testa alta. Ricordiamo soprattutto che Antonio Russi andò via, sono parole sue, “Dopo aver a lungo constatato la impossibilità di dialogare e collaborare con chi intende fare dell'impegno politico uno strumento ad uso e consumo propri e/o di pochi ''amici''”. Per non annoiare il lettore riportiamo nel post sottostante, intitolato "Quando Del Prete e D'Alessandro erano nemici" la documentazione a cui si fa riferimento
dove abbiamo messo a disposizione la lettera integrale di Antonio Russi con la quale il 31 luglio 2007 motivava la sua fuoriuscita dalla Margherita e in cui ci sono le prove che i carnefici-oligarchici di ieri si atteggiano a vittime-democratiche oggi; inoltre nel post qui sotto è stata riportata una miscellanea di tanti begli articoli che negli ultimi tre anni l’amico ritrovato D’Alessandro ha dedicato a Del Prete.
Quanto poi al fatto che le risorse finanziarie relative ai suoi assessorati sono state tagliate dai “sinistri” di anno in anno (pag. 35) per evitare che il suo movimentismo potesse oscurare il Sindaco Lapenna, Del Prete dimentica che, a causa dei minori trasferimenti dello Stato e per l’incognita restituzione dell’ICI sulla prima casa e per l’aumento del costo del personale dovuto alla stabilizzazione dei lavoratori comunali precari (la cui assunzione è stata sventolata come una vittoria personale dell’ex vice-sindaco, quando in realtà la scelta è stata voluta dal Sindaco, dalla Giunta, condivisa dalla maggioranza e votata in Consiglio comunale che di fatto ne ha dato il via-libera votandone la voce in bilancio, a dimostrazione del fatto ovvio che un assessore da solo non può fare nulla senza la condivisione della Giunta e del Consiglio comunale anche se l’assessore è vice-sindaco e si chiama Nicola Del Prete) i tagli sono stati fatti in tutti i settori e che, a mio avviso, i settori meno penalizzati sono stati proprio quelli che facevano capo a lui.
Ancora, alla pag. 36 si accusa il Sindaco di aver perso molti consiglieri all’interno della massima assise cittadina soprattutto della “Margherita”. Questa affermazione ci sembra alquanto sciocca soprattutto se fatta da un politico che si considera navigato ed esperto. E’ sciocca l’affermazione sia perché Del Prete, pur non essendo più segretario di partito (ma forse lo era il Sindaco segretario del PD?), era vice-sindaco riconosciuto leader della componente Margherita all’interno del PD che, dopo il ricongiungimento dei fortiani, aveva la maggioranza assoluta sia all’interno della Giunta, con ben cinque assessori su nove, sia nella maggioranza consiliare (11 consiglieri su 21). Non solo, i consiglieri che sono usciti dalla Margherita, ma quasi mai dalla maggioranza, lo hanno fatto in aperta polemica proprio con Del Prete, si vedano a tal proposito i verbali delle sedute consiliari o le dichiarazioni alla stampa dei fuoriusciti.
Riguardo al futuro, che è la terza parte del libro, mi chiedo come Del Prete abbia potuto ritrovare l’amico D’Alessandro che in questi tre anni ha attribuito all’ex vice-sindaco tutta una serie di appellativi ed epiteti come “Scemo del villaggio di Graz”; “Esponente di una politica marcia del triumvirato Lapenna-DelPrete-Forte”; “Incapace”; “Inadeguato”; “Amministratore di quarta serie”; “Sgrammaticato”; “Strillacchione”; “Scaduto”; “Mediocre” (a tal proposito sempre sul blog indicato in precedenza, raccomandiamo di leggere uno degli ultimi articoli dell’amico ritrovato Davide D’Alessandro, datato 29 giugno 2009, che, a nostro avviso, costituisce la summa della considerazione politica che D’Alessandro ha nei confronti di Del Prete).
Non solo. In questi tre anni l’amico ritrovato D’Alessandro ha sempre considerato Del Prete organico alla Giunta comunale e quindi responsabile anche lui dei presunti misfatti perpetrati ai danni di Vasto dal “Comitato d’affari LapennaForteDelPrete” (sono opinioni di D’Alessandro).
Oggi pero D’Alessandro e Del Prete si sono rimessi sottobraccio sotto l’insegna della Croce, cioè di quei cattolici transfughi e delusi dal PD (sarebbe bello però sapere i veri motivi della loro delusione!) e che presto approderanno al grande centro che si va aggregando intorno a Rutelli e Casini a livello nazionale e Prospero-Tagliente a livello comunale. Un nuovo laboratorio politico civico e trasversale (però dal centro alla destra visto che il male maggiore del XX secolo è stato ed è il socialismo – pagg. 148/149 - ed anche perché il centro-sinistra continua ad essere il nemico di chi lavora e chi produce, pag. 150) che operi dunque per la formazione di un unico fronte, da Del Prete a Tagliente passando (e forse rimanendo) per Prospero, da opporre all’attuale maggioranza di sinistra-sinistra (pag. 51). Forse non tutti lo ricordano ma il laboratorio politico, come in parte si evince anche alla pag. 151 del libro, nacque durante gli ultimi anni di Amministrazione Pietrocola e, fondato da Davide D’Alessandro, dal preside Nicolangelo D’Adamo e dal prof. Luigi Murolo, aveva come fine quello di liberare la città dal centro-destra grazie ad una grande coalizione democratica. Oggi quello stesso laboratorio politico, che porta ancora lo stesso nome, vuole riportare “civicamente” la città nelle mani di coloro che l’hanno amministrata per quasi quarant’anni con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Concludo col dire che D’Alessandro nel suo articolo “Una voce poco fa” si chiede cosa abbia portato Del Prete a ricredersi così repentinamente; volgiamo a lui la stessa domanda nella certezza che fra poco più di un anno saranno i cittadini a “ricapare” gli amministratori, dagli strilloni e dagli strillacchioni.

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