domenica 19 maggio 2013

 
 
PER USCIRE DALLA CRISI
TORNARE AL PRAGMATISMO DEI NOSTRI PADRI
 
Un recente studio del Credit Suisse, applicato al leggendario pragmatismo dei nostri padri, dà forse  la soluzione per uscire dallo stillicidio della crisi economico-finanziaria dell'Italia.
 
 
Leggende metropolitane raccontano di una pratica abbastanza diffusa durante i dissennati anni Ottanta italiani. Si dice, infatti, che molti genitori, rivolgendosi al consolidato politico del proprio territorio, erano pronti ad offrire parte del loro risparmio per "sistemare" il proprio figliuolo in un ente pubblico o in uno dei tanti carrozzoni statali. Il ragionamento, pragmatico ma molto poco ortodosso, era il seguente: "Do parte dei miei risparmi a Tizio per sistemare mio figlio per tutta la vita. Per me è un vero e proprio investimento: sono i soldi meglio spesi!".
Non sappiamo quanto ci sia di vero dietro certe leggende, ma se si dice che solitamente tutte le leggende hanno un fondamento di verità  e se poi vediamo come sia lievitato in quegli anni del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) il nostro debito pubblico, che fu praticamente raddoppiato, ci viene da pensare che in tutto questo qualcosa di realistico deve esserci stato. Ora, mutatis mutandis, soffermiamoci ad analizzare lo studio del Credit Suisse.
 
Tale studio mette in evidenza il debito pubblico dei paesi maggiormente sviluppati, specie europei, in rapporto con il loro Pil (colonna di sinistra), ma anche con la ricchezza finanziaria netta (risparmi) di ciascun Paese (colonna di destra). Ebbene, se guardiamo la colonna di destra, noteremo che l'Italia è di gran lunga al di sotto del 100%, poiché siamo al 49% del rapporto esistente tra il nostro debito pubblico e i nostri risparmi privati. Per capire meglio facciamo un esempio: se la mia famiglia ha un debito di un milione di euro, non è una tragedia se ha risparmi superiori a tale cifra o, comunque, risparmi tali da poterlo riportare dentro livelli di tranquillità. Di qui il suggerimento che viene dal Credit Suisse: se l'Italia prelevasse dai conti dei propri cittadini il 10%, come è accaduto a Cipro anche se lì il provvedimento è stato applicato dai centomila euro in su, il nostro Paese scenderebbe intorno al 98% del rapporto debito/Pil e non avrebbe più grossi problemi. I mercati reagirebbero positivamente, perché in maniera concreta si dimostrerebbe la solvibilità dell'Italia; potremmo addirittura recuperare il voto di massima affidabilità (AAA) e questo permetterebbe di abbassare sensibilmente i tassi di interesse da riconoscere agli acquirenti del nostro debito. Non solo. Tale provvedimento potrebbe finalmente azzerare la procedura di infrazione aperta dall'Europa verso di noi e far ripartire, nel nostro Paese, gli investimenti pubblici in settori strategici nei quali siamo rimasti indietro: grandi opere, messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e di tutti gli edifici pubblici, energie alternative, Ricerca, ecc. in modo da ridare lavoro alle imprese e dunque agli italiani. In altri termini usciremmo da questa pericolosissimo circolo vizioso per entrarne finalmente in uno virtuoso.
Torniamo a questo punto al pragmatismo dei nostri padri: quale capofamiglia si rifiuterebbe di sacrificare il 10% dei propri risparmi pur di garantire ai loro figli un futuro sereno e, cosa ancor più importante, la immediata restituzione della dignità finora calpestata dalla crisi?
Siamo certi che se un governo, ben illustrandolo ai propri cittadini, proponesse un provvedimento  del genere, troverebbe nel Paese tutto il consenso necessario per porre fine allo stillicidio di questa interminabile recessione.  L'alternativa potrebbe infatti essere che gli Italiani, gradualmente ma inesorabilmente, si ritroveranno comunque senza alcun risparmio perché dilapidato da un lato per garantire la "paghetta settimanale" ai propri figli trentenni e magari quarantenni; dall'altro a supportare e sopportare manovre e manovrine correttive dei governi nazionali e regionali senza alcuna progettualità strategica per il futuro. Crediamo infatti che sia tempo di governare seriamente questo nostro Paese, perché il tempo del "Tira a campare" è finito per sempre... se vogliamo restare nell'Europa e nello sviluppo... sostenibile!!
REP




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